I superflui - recensione
Un treno buca l'oscurità del crepuscolo, attraversa la campagna per arrivare in una grande città. Ho deciso di accompagnare Luca nel suo viaggio. Nello scompartimento si chiacchiera - lavoro, politica, le difficoltà del dopoguerra - ma lui non partecipa, guarda fuori dal finestrino. Chissà a cosa sta pensando. Vorrei vederlo entusiasta, ha di fronte una grande avventura: dal suo villaggio di poche anime si sposta a Roma, dove lo attendono un mare di possibilità. Certo, dovrà trovare lavoro, ma in tasca ha una raccomandazione.
Finalmente il treno rallenta, le porte si aprono. Nemmeno il tempo di scendere e Luca viene abbordato da Lidia, una prostituta. Cede alla tentazione - in fondo è stanco e ha bisogno un posto dove trascorrere la prima notte. Solo che la prima notte diventa la seconda, la terza. L'anziana che ospita Lidia gli affitta l'altra camera dell'appartamento e va a dormire sul divano. "Il tempo di trovare un lavoro", dice Luca.
Già, perché la raccomandazione non ha dato frutti. Lo seguo per le strade di Roma mentre colleziona promesse vuote, amicizie vuote, giornate vuote. Sembra che in città tutto ruoti attorno ai favori reciproci, all'interesse. Per finire il lavoro lo trova, ma non si muove dalla casa dall'anziana. Vorrei scuoterlo, dirgli che non è venuto fin qui per marcire nel primo buco in cui è capitato. Almeno Lidia ha delle ambizioni, dei sogni: risparmia per emigrare in Argentina, lasciarsi alle spalle il mestiere e ricominciare da capo. Lui invece attraversa la vita come un fantasma.
Quando perde il lavoro mi dico, ecco, ora si darà una mossa, cercherà altre opportunità, si impegnerà per trovare ciò che fa per lui. Nulla da fare: si rassegna e riempie il tempo osservando i manifesti, i tram e le macchie sul soffitto sopra il suo letto. Allo stesso tempo, le cose prendono una brutta piega anche per Lidia: i risparmi diminuiscono e l'America del Sud si fa sempre più lontana.
Allora mi rassegno pure io. Ho il cuore spezzato, perché quando si rimane immobili prima o poi la vita si presenta con i suoi lati più tragici, inevitabili. Vorrei lasciarli soli ma non riesco: rimango attaccato alla loro storia fino alla fine, in un crescendo di emozioni e di malessere. Nel grande libro dell'umanità, di Lidia e Luca rimarrà solo una nota a piè pagina, dedicata ai milioni di "superflui" come loro. Ma io non li dimenticherò facilmente.
Complimenti all'editore Readerforblind per avere dato una nuova vita a questo romanzo, che ha suo tempo era stato un grande successo editoriale e aveva conquistato perfino i lettori americani - forse proprio perché la Roma del libro potrebbe essere qualsiasi grande città, e chissà quanti Luca e Lidia hanno attraversato le strade di New York, di New Orleans, di San Francisco in quegli stessi anni.
Luca Brunoni è uno scrittore Svizzero, autore dei romanzi Silenzi (Premio Leggimontagna 2020) e Indelebile.