Le mie 5 migliori letture del 2019
Non è facile selezionare un pugno di “eletti” dalla pila di tomi accumulati nel corso di 12 mesi. Quest’anno ho dunque limitato il campo optando per un approccio internazionale, privilegiando autrici e autori (non italofoni) magari meno conosciute/i*.
Per scegliere, mi sono posto due domande. La prima: quali sono i libri che mi sono rimasti impressi di più? La seconda: quali sono le caratteristiche che mi hanno colpito? Ecco il risultato: 5 libri speciali, scelti per 5 motivi diversi. Due non sono ancora stati pubblicati in italiano, ma la speranza è che lo siano presto…
Paradise Rot di Jenny Hval (Verso) … Perché non servono centinaia e centinaia di pagine per lasciare il segno. Hval lo dimostra con una storia in apparenza semplice – quella di Jo, una studente di biologia che si trasferisce per un semestre in un’università australiana – ma raccontata con una voce unica, che colora la narrazione e dipinge immagini impossibili da dimenticare. Le insicurezze, le paure e i desideri di Jo sembrano prendere vita e contagiare lentamente il mondo attorno a lei, la casa in cui alloggia, le persone che frequenta; tutto cambia, pulsa di vita, fiorisce, marcisce… finché nulla sarà più come prima. Non solo una lettura ma un’esperienza, sorprendente e unica nel suo genere.
7 di Tristan Garcia (NN Editore) … Perché a volte prendersi dei rischi (e che rischi) paga. Il francese Garcia gioca a un gioco pericoloso con la sua struttura “sei storie e un romanzo in sette capitoli”, il tutto condito da una visone semi-distopica della società moderna e da una generosa dose di filosofia (ben amalgamata con la narrazione). Il fatto che i pezzi si incastrino a meraviglia è già di per sé un piccolo miracolo, ma 7 sa anche coinvolgere, stupire, far riflettere. Passando dalle droghe sintetiche alla musica, dalla religione alla vita eterna, Garcia mescola il reale al fantastico senza mai essere banale. Mira alto, altissimo, e fa centro. A soli 34 anni, chapeau.
Progetto di sangue di Graeme Macrae Burnet (Neri Pozza) … Perché ha saputo fondere romanzo storico e crime novel in modo tale da iniettare nuova linfa in entrambi i generi; il tutto fortificato da una ricerca documentaria minuziosa, che trasporta il lettore su un lembo di terra esposto al mare e alle intemperie, nella Scozia di fine ‘800. Il giovane Roderick Macrae confessa un triplice omicidio, ma i fatti e le testimonianze che ruotano intorno alla vicenda gettano ombre sulla sua versione. Colpevole? Innocente? O magari la verità sta nel mezzo? Un libro che coinvolge in modo viscerale e che ci consegna uno dei “narratori inaffidabili” più affascinanti degli ultimi anni.
The Risen di Ron Rash (Ecco) … Perché c’è scrivere bene e scrivere bene. Rash ha un talento sopraffino, ma non sempre mi aveva coinvolto a livello di storia. Negli ultimi anni è tornato alla carica con l'ottimo con Above the waterfall e ora con The Risen, un racconto delicato e nostalgico dove la qualità della scrittura culla il lettore mentre i nodi del mistero (la morte di una giovane) vengono pian piano al pettine. Ho avuto l’impressione di nuotare in quel fiume della North Carolina, sentire le pietre ruvide sotto ai piedi e pagare il prezzo d’aver bevuto una o due birre di troppo insieme al protagonista, il tutto in un magica e crudele Summer of ’69.
Monsieur di Lawrence Durrell (Il Saggiatore) … Semplicemente perché di libri così non ne usciranno mai più. Imperfetto, frustrante, obbliga a volte il lettore a setacciare il fango per trovare le pepite. Ma le pepite ci sono, eccome: passaggi magistrali, descrizioni stupefacenti, e una struttura (Durrell è un maestro in questo) capace di mescolare ancora ed ancora le carte in tavola. Scritto con una punta di arroganza, è l’opera di un autore che ha già dimostrato quello che aveva da dimostrare, e sa di non dover rendere conto a nessuno. Totalmente al di fuori dei canoni di quella che è l’editoria moderna, quasi un reperto archeologico. Anzi, un tesoro sepolto.
* ho anche escluso gli autori svizzeri, miei compatrioti, anche perché molti di quelli che apprezzo li conosco di persona.