Merluz Vogn - Recensione lampo
“Un romanzo post-dialettale da cui la nostalgia è volutamente bandita”, dice il retro di copertina di Merluz Vogn, l’ultimo arrivato nella collana di narrativa di Gabriele Capelli Editore.
Forse è bandita dal romanzo, ma trova subito casa nella mente del lettore. Già, perché tra i capitoli di Genetelli, dedicati a ricordi di giovinezza legati a un’“estate randagia” in un piccolo villaggio ticinese, si infiltrano i ricordi di chi legge: le giornate passate all’aperto, i racconti degli anziani, i volti e i gesti di chi non c’è più. Si sa che nei ricordi, le estati della gioventù paiono interminabili. Il libro di Genetelli vi terrà occupati durante un centinaio di pagine, ma la nostalgia vi rimarrà addosso per molto più tempo.
Forse è bandita dal romanzo, ma trova subito casa nella mente del lettore. Già, perché tra i capitoli di Genetelli, dedicati a ricordi di giovinezza legati a un’“estate randagia” in un piccolo villaggio ticinese, si infiltrano i ricordi di chi legge: le giornate passate all’aperto, i racconti degli anziani, i volti e i gesti di chi non c’è più. Si sa che nei ricordi, le estati della gioventù paiono interminabili. Il libro di Genetelli vi terrà occupati durante un centinaio di pagine, ma la nostalgia vi rimarrà addosso per molto più tempo.